Nel video l’intervista a:
– Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena e Nonantola
– Cristina Mussini, Direttore del Reparto malattie infettive Policlinico Modena
Un modo per dare l’ultimo saluto ai propri cari, per riunirsi e, nel dolore, sentirsi meno soli. Le sedie verdi -una per ogni partecipante- distanziate tra loro, ricoprivano ieri tutta la piazza. Davanti alla Porta Regia della cattedrale, c’erano i sacerdoti, le autorità, ma soprattutto i familiari delle vittime del Covid. Centinaia di persone che hanno dovuto soffrire tre volte, come ha detto l’arcivescovo di Modena e Nonantola monsignor Erio Castellucci durante l’Omelia. Il Covid ha portato con sé il dolore della morte, il dolore di non poter essere vicini ai propri cari mentre si spegnevano e il dolore di non poterli salutare nel rito che accompagna loro nell’aldilà. Alla celebrazione sono stati chiamati anche quei medici che in prima linea hanno gestito l’emergenza sanitaria e che hanno visto le difficoltà e il dolore causato dalla malattia sia delle vittime che dei familiari. È stato certamente un funerale atipico: non c’era nessuna bara da accarezzare, nessun nome dei morti è stato nominato, sarebbe stata una lista di quasi 500 persone. Monsignor Erio Castellucci ha richiamato a un sentito minuto di silenzio per ricordarli tutti.