Nel video, le interviste a Michele Ruffo, Infermiere e delegato del sindacato Cisl Fp

Quando Michele Ruffo ha deciso di intraprendere la professione di infermiere, dodici anni fa, sapeva che non sarebbe stato semplice, sia per le difficoltà del mestiere sia per le sfide sanitarie sempre più complesse. Ma mai avrebbe immaginato un mondo ospedaliero dove, chi si occupa della salute altrui, è costretto a mettere a rischio la sua. Per i tempi d’attesa o per l’esito delle cure. Il copione è sempre lo stesso, con medici e infermieri insultati, minacciati e aggrediti dai pazienti. Un’escalation di violenza inarrestabile, di cui Michele porta i segni sul proprio corpo. L’ultima aggressione l’ha subita due settimane fa. I dati sono allarmanti: a Modena, solo tra Policlinico e Baggiovara, nei primi quattro mesi dell’anno sono stati segnalati oltre 100 casi. Un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale e che denuncia la crisi profonda in cui versa il nostro sistema sanitario, davanti alla quale gli stessi sanitari sembrano essersi arresi. Utile potrebbe essere formare una figura d’assistente nella sala d’attesa, dopo il triage. E poi, indispensabile garantire un presidio di vigilanza h24.