Continua a far discutere la mostra “Gratia Plena” dell’artista carpigiano Andrea Saltini, allestita nella chiesa di Sant’Ignazio, sede del Museo Diocesano. Dopo i vari sit-in di polemica, a distanza di due settimane dall’inaugurazione, ora si è aggiunto anche un esposto alla Procura di Modena che invita i magistrati ad indagare l’Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi, Mons. Erio Castellucci, così come i suoi collaboratori, “per vilipendio della religione cattolica, bestemmia ed esposizione di immagini blasfeme in luogo sacro”. A presentarlo è stato l’avvocato forlivese Francesco Minutillo, dopo aver ricevuto e raccolto l’incarico da parte di numerosi fedeli della sua città, ma anche di Ravenna e Bologna. Non solo: nel documento il legale richiede anche il sequestro dei quadri “ove – si legge nel testo –, Gesù e Maria vengono rappresentati in atti sessuali”. Sì, perché al centro delle critiche c’è soprattutto, ma non solo, un quadro dal titolo “INRI – San Longino”, nel quale l’artista ha ritratto un uomo chino sul cadavere di Cristo, in una posa che farebbe pensare a un rapporto orale. Da qui l’accusa di blasfemia, che la Diocesi carpigiana ha prontamente respinto fin dall’inizio, prendendo le difese dell’artista con un comunicato in cui evidenzia come tali commenti all’opera sarebbero “irrispettosi e non rilevabili davanti ad una corretta visione delle opere”. Lo stesso artista ha dimostrato tutta la sua disponibilità al confronto, così come la Diocesi si era resa disponibile a predisporre, in addendum al catalogo della mostra, un sussidio che presenta le singole opere nella loro ricerca religiosa e spirituale, fornendo quindi tutti gli elementi culturali e personali per comprenderne il senso. Ma, a quanto pare, ai fedeli tutto questo non è bastato.
VILIPENDIO ALLA RELIGIONE, UN ESPOSTO CONTRO LA “GRATIA PLENA” DI CARPI
Partita un’azione legale contro la mostra “Gratia Plena” di Carpi per “vilipendio alla religione”. I quadri dell'artista Saltini, difesi dalla Diocesi, sono stati tacciati da molti fedeli come “blasfemi”