Chi ha appiccato il fuoco è un giovane nordafricano, irregolare, senza fissa dimora e senza documenti, che interrogato dai Carabinieri ha risposto solo in parte, affermando di non capire l’Italiano
Impassibile, in stato confusionale, senza documenti e senza fissa dimora, non ha saputo e voluto spiegare il motivo del suo gesto né rendere noto la sua vera identità. A quanto risulta l’uomo non sarebbe nemmeno stato inserito in percorsi d’accoglienza. Irregolare a tutto tondo, un fantasma senza nome per la società ma non per le Forze dell’Ordine che già lo avevano fermato e fotosegnalato lo scorso 14 maggio a Roma. In quell’occasione l’uomo aveva dichiarato di essere maggiorenne algerino. Non avendo commesso reati era rimasto libero. Oggi, nelle prime pronunciate ai Carabinieri dopo l’arresto, ha detto di essere marocchino, ma minorenne, forse nella speranza di alleviare le sue responsabilità. Già pesantissime. Su di lui il peso della morte di due persone che potevano essere molte di più, in quella palazzina di via Roma che al piano terra ospita il comando della Polizia Municipale. Un locale da 150 metri quadri, dove l’uomo, per ragioni che non ha saputo o voluto spiegare, non si è limitato a rubare, ma ha voluto scientemente distruggere mandando in fumo quintali di documenti del comando e con esso l’intera struttura. Ancora tutta da verificare l’ipotesi che l’uomo abbia agito per vendetta. Perché ancora manca il movente. La fotosegnalazione del 14 maggio scorso a Roma porta a pensare che l’uomo fosse da poco tempo arrivato a Mirandola. Nessuna traccia di lui nelle informative degli ultimi giorni delle Forze dell’Ordine. In attesa di conoscere la sua verità che continua a negare e che solo l’esame delle ossa potrà presto accertare.