Carpi si è stretta nell’ultimo saluto a Don Ivo Silingardi. Monsignor Cavina durante i funerali alla chiesa di Quartirolo ha ricordato il grande impegno del sacerdote verso i più deboli
Don Ivo ha accolto tutti, con generosità e coraggio, i bambini come gli adulti, i vicini alla Chiesa come i lontani, i ricchi come i poveri; ha aiutato i giovani offrendo loro una formazione umana, cristiana e professionale, senza esitare ha bussare le porte di chi aveva possibilità economiche trovando appoggio e sostegno per le sue iniziative, soprattutto a favore degli ultimi. Questo il ricordo di Monsignor Cavina, che ha spiegato alla folla presente alla Chiesa di Quartirolo commossa per l’ultimo saluto a una guida fondamentale della città dei Pio, come sia ancora nel suo cuore l’incontro di mercoledì scorso dove Don Ivo Silingardi, arguto e dalla battuta sempre pronta, si è detto preoccupato per i rischi del viaggio che il Vescovo di Carpi intraprenderà nei primi giorni d’aprile al campo profughi di Erbil nel Kurdistan iracheno.
Monsignor Cavina sarà il primo vescovo a compiere un viaggio simile ad alto rischio per la criminalità organizzata. Alla toccante cerimonia era presente anche il Sindaco Alberto Bellelli, che ha ricordato il sacerdote come un protagonista della vita della città dal dopoguerra ad oggi: con l’Istituto Nazareno, ha costruito un punto di eccellenza della proposta formativa non solo cittadina. Una personalità sempre presente in occasione delle tappe fondamentali della storia recente di Carpi.
Don Ivo Silingardi era nato a Modena il 28 agosto 1920, oltre alla scuola alberghiera, ha contribuito a realizzare il centro Kennedy, la palestra omonima e la cooperativa sociale Nazareno che accoglie persone con handicap che hanno terminato il percorso nella scuola dell’obbligo. Un progetto con una strada ben precisa: ai grandi che ci sanno parlare e ai piccoli che ci sanno ascoltare.