Dopo tre anni, si è finalmente chiuso il caso dell’Hotel Appennino di Fiumalbo. Lo Stato infatti ha ceduto la struttura ai privati, scongiurando il rischio di chiusura
Nuova proprietà e nuova gestione per l’Hotel Appennino di Fiumalbo, a conclusione di più di tre anni di querelle e di minacce di chiusura. Ieri a mezzogiorno a Modena è stata infatti firmata la transazione che segna il passaggio della struttura dal demanio al privato, che però non è Massimo Bagatti, appartenente alla famiglia che aveva costruito lo stabile dal 1937. La società Hotel Appennino che tiene le redini della struttura è infatti passata da lui a Caterina Capocchi, moglie dell’ingegnere fiumalbino ed ex sindaco Rodolfo Biondi. Sarà lei ora la responsabile di un albergo che per la sua collocazione in centro è il crocevia turistico del paese. L’accordo è stato concluso con un investimento importante da parte della famiglia (si parla di centinaia di migliaia di euro) perché il pagamento non è avvenuto solo in base al valore del terreno, come era stato ipotizzato in passato, ma con valutazione anche dello stabile, pur con uno “sconto” legato al riconoscimento dei costi di costruzione sostenuti nel tempo dalla famiglia Bagatti. Questo mette la parola fine al caso apertosi nel 2012, quando l’area su cui sorge l’albergo è passata da proprietà demaniale indisponibile a bene dello Stato, facendo schizzare il canone di concessione da 2.500 euro a 104mila. Importo più da Costa Azzurra che da Appennino, tanto da fare optare la nuova gestione direttamente per l’acquisto, che salva anche i dieci posti di lavoro dello staff. Sabato l’inaugurazione, con l’annuncio dei progetti di rilancio che mirano a creare nuove sinergie turistiche in paese.