Nonostante l’aumento della raccolta differenziata, sono sempre di più i rifiuti che finiscono nell’inceneritore di Modena. E con loro aumenta anche l’indennizzo che Hera deve al Comune per impatto ambientale: nel 2018 saranno circa 1,8 i milioni di euro
All’agosto scorso erano 157.000 le tonnellate di rifiuti indifferenziati e speciali bruciati nell’impianto dell’inceneritore di Modena. Circa 8000 in più rispetto allo stesso periodo della scorso anno. Per una media 2018 che sfiora le 20.000 tonnellate al mese e che proiettata sulla fine dell’anno porta la quantità di rifiuti inceneriti vicino alle 240.000 tonnellate limite. Praticamente il doppio della quantità di rifiuti indifferenziati prodotti a Modena, nonostante l’aumento della raccolta differenziata. L’inceneritore di via Cavazza è stato progettato e potenziato per incenerire rifiuti anche oltre provincia e, per quanto riguarda i rifiuti speciali, anche da oltre regione. E anzi per funzionare a dovere brucia anche parte delle plastica che i modenesi e non solo differenziano, avviando la stessa anziché al riciclo puro al cosiddetto recupero energetico. La plastica bruciando genera il calore necessario per incenerire il resto dei rifiuti e generare vapore che alimenta una turbina per la produzione dell’energia elettrica che Hera vende al gestore nazionale. Sono decine di milioni i soldi che girano. Quelli guadagnati da ogni tonnellata incenerita, e quelli guadagnati per ogni Megawatt venduto. Solo una parte di questi tornano al Comune e alla collettività in termini di indennizzo per impatto e disagio ambientale. Gli uffici del Municipio incassano ogni anno 8,3 euro per ogni tonnellata di rifiuto incenerita. Questo sulla base di un protocollo di intesa firmato da Hera e Comune nel 2012. E che per il 2018 su una stima di 220.000 tonnellate incenerite potrebbe portare ad un indennizzo di oltre 1,8 milioni di euro. Soldi che dovrebbero essere investiti in politiche ambientali ma che negli scorsi hanno finito soprattutto per ritornare in parte ad Hera. Attraverso interventi di mitigazione ambientale presso la discarica di via Caruso o lo stesso inceneritore. L’auspicio è che almeno quest’anno anche sulla destinazione di questi soldi tornati alla collettività, ci sia maggiore trasparenza.