Per i due giovani condannati per l’omicidio di Mirella Ansaloni è necessario avviare un percorso di riabilitazione. A stabilirlo è stato il giudice che ha emesso la condanna
Un fatto di cronaca difficile da dimenticare che sconvolse l’opinione pubblica sia per la giovane età degli assassini che per la morte di un’anziana uccisa solo per derubarle qualche monile e pochi euro. Lo scorso aprile sono state pronunciate le condanne per i due responsabili: 16 anni e 6 mesi per Hamza Driouch, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio e 11 anni Ayoud Lamsid, rimasto all’esterno rispetto alla scena del crimine a fare da “palo”. Nelle motivazioni che hanno portato alla condanna il giudice ha sottolineato che i due ragazzi non hanno mai manifestato un atteggiamento autocritico per ciò che avevano commesso, ma non hanno neanche mostrato propensione al crimine e dunque per loro è prioritaria la rieducazione. Il delitto risale al settembre del 2017 quando l’anziana fu ritrovata riversa a terra in una pozza di sangue all’interno del suo appartamento a Finale Emilia. Inizialmente si era ipotizzato un malore, poi però la macabra scoperta: era stata uccisa a colpi di bottiglia. Uno dei giovani accusati della sua morte, fino a poco prima del delitto, era un vicino dell’anziana. Mirella Ansaloni lo conosceva e per questo si era fidata e aveva permesso a lui e ai suoi amici di entrare in casa. I ragazzi si erano dati appuntamento fuori l’abitazione della donna, hanno aspettato che tornasse a casa e poi con la scusa di voler bere un bicchier d’acqua sono entrati dentro casa e li si è consumata la tragedia