Nella riunione fiume di ieri sulle autonomie rafforzate, il vertice a Palazzo Chigi non è riuscito a risolvere molti nodi, come quello delle risorse e delle scuole. Nuovo incontro fissato per giovedì

Si riaggiorna a giovedì mattina il vertice di maggioranza sull’autonomia rafforzata di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, dopo la sostanziale fumata nera di ieri. Non c’è stato infatti accordo in maggioranza sulle risorse da destinare al finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni. È mancato inoltre un punto d’incontro sul passaggio delle Sovrintendenze culturali e della gestione di Ferrovie e autostrade alle Regioni anche se sembra più vicino rispetto al grande nodo delle risorse, che dovrà essere affrontato insieme al ministro dell’Economia Giovanni Tria, ieri assente. Ma un altro stop è arrivato anche all’assunzione diretta delle regioni nella scuola, previsto dall’articolo 12 del disegno di legge Stefani. Durante la riunione il sottosegretario all’istruzione Salvatore Giuliano ha fatto riferimento a una sentenza della Consulta redatta nel 2013 dall’allora giudice costituzionale Sergio Mattarella che definisce incostituzionale il principio su una richiesta gia’ espressa in passato dalla Lombardia. Si tratta di un punto sempre criticato dal M5S, ritenuto dannoso per le altre Regioni, con il rischio di istituire scuole di serie A, serie B e persino C. In merito a questo nodo, il presidente regionale Stefano Bonaccini, dice che non è stupito delle difficoltà, ma ha precisato che l’Emilia Romagna “non ha mai posto il problema delle assunzioni e della contrattualizzazione degli insegnanti, né chiede di assorbire l’ufficio scolastico regionale. La proposta mira a più collaborazione tra Regione e Miur sulla programmazione degli organici e dell’edilizia scolastica”