Dopo la proroga fino al 30 novembre concessa agli operatori che gestiscono il servizio per i richiedenti asilo, abbiamo fatto il punto con il presidente della cooperativa Porta Aperta

I 28,90€ riconosciuti al giorno a Modena per ogni migrante agli 8 soggetti, cooperative ed associazioni, che fino al 30 novembre, in attesa dell’esito dei nuovi bandi, garantiranno in proroga l’accoglienza dei circa 1600 richiedenti asilo in provincia di Modena, mettono d’accordo un po’ tutti. Quasi 29 euro che stanno poco oltre la metà dei 35 riconosciuti nel vecchio modello, ed i circa 21 posti come limite dal decreto sicurezza. Insomma una via di mezzo per garantire, mette nero su bianco la prefettura di Modena, il riconoscimento dei servizi offerti in un’ottica di integrazione e dall’altro gli indirizzi stringenti del governo. Una soluzione temporanea però, che durerà fino a novembre quando non si potrà più rimandare l’applicazione delle nuove norme. Mesi che potrebbero essere utilizzati per ripensare il modello di accoglienza ormai vecchio di 5 anni che nonostante gli sforzi fatti a Modena e nonostante i costi da decine di milioni di euro l’anno, non è mai uscito da una logica di emergenza, e che per questo deve cambiare. Una consapevolezza che è comune anche a molti operatori. Per il futuro, in una prospettiva che non è più di emergenza visto il netto calo degli sbarchi, e di minori costi non solo la volontà di favorire percorsi lavorativi in una logica di doveri e non solo di diritti verso la comunità ospitante, ma anche di rimpatri assistiti, prospettiva su cui la stessa Porta Aperta è impegnata.

Nel video l’intervista a Luca Barbari, Presidente Porta Aperta