Sono circa 250 i lavoratori di quattro aziende del settore carni che dopo il fallimento delle cooperative per cui lavoravano, sono rimasti senza contributi e senza TFR. Martedì si sono trovati davanti alla prefettura per esprimere il loro disagio in vista dell’incontro dell’8 maggio

La storia è sempre quella. Cooperative di lavoratori di somministrazione di manodopera che chiudono i battenti all’improvviso, dichiarano fallimento, o spariscono senza farlo, lasciando una grande quantità di contribuiti ai lavoratori, su tutti il TFR, non versati. Gli operai solitamente vengono assunti da cooperative che subentrano ma che non hanno alcuna responsabilità sul pregresso. Cosi per i lavoratori inizia un lungo calvario nel tentativo di recuperare il dovuto. Sono circa 250 quelli rappresentati dai  SI COABS che in attesa di un incontro tra prefettura e curatore fallimentare hanno martedì espresso il loro disagio. Alcuni devono ricevere 2500 euro altri anche 15.000 per un totale di circa 1 milione di euro in TFR non versato. Nell’ipotesi di fallimento il curatore deve acquisire tutta la documentazione, per ogni lavoratore creditore, ma la cosa non è facile, soprattutto per cooperative che spesso spariscono, e la responsabilità in solido prevista per legge da parte della committenza spesso non scatta. Perché le cose si complicano quando le coop spariscono o chiudono senza fallire. E anche in caso in cui il fallimento arriva e tutte le procedure sono avanzate ed il saldo a credito è formalmente già nel fondo INPS che deve pagarlo l’attesa continua

Nel video l’intervista a Enrico Semprini, Si Cobas Modena