Dopo la notizia della sua estromissione dallo stato clericale, l’ormai ex sacerdote Fernando Bellelli ha diffuso una lettera in cui dice di accettare la decisione del Santo Padre, ma afferma di non aver avuto modo di difendersi da accuse ritenute ingiuste

La decisione è stata dello stesso Papa Francesco, è “inappellabile e non è soggetta ad alcun tipo di ricorso”: il sacerdote Fernando Bellelli è stato estromesso dallo stato clericale. La comunicazione è stata diramata ieri e non si è fatta attendere la risposta dell’ormai ex sacerdote. Nella lettera Bellelli parla di accuse ingiuste, riferendosi al polverone che si era alzato intorno a lui nel 2014, quando a Portile comparvero cartelli con scritto “la parrocchia del bunga-bunga e dell’amore”, sottintendendo una presunta relazione del sacerdote con una ragazza. “A fronte di accuse giudiziarie totalmente infondate e dichiarate tali, – scrive Bellelli – essendo nato a mio carico un procedimento canonico amministrativo interno che si era concluso con la revoca dell’irrogazione di una sospensione provvisoria dall’esercizio delle mie funzioni ministeriali, a quel provvedimento ho reagito ritenendolo ingiusto, considerandolo soprattutto un attacco alle mie idee teologiche di corrente” e continua “ho cercato di far valere le mie ragioni in un nuovo procedimento in ambito canonico, laddove in modo purtroppo insindacabile è stata seguita dagli organi superiori una procedura alternativa a quella che consente un pieno contraddittorio e dunque la possibilità di una difesa piena e dinamica”. La decisione finale porta la firma del Santo Padre e Bellelli afferma: “io non posso che accettarlo e non posso che attingere, così come deve fare ogni fedele e come ricordato dal comunicato dell’Arcidiocesi, alla grazia del Vangelo e dei Sacramenti”