La Squadra mobile della Polizia di Stato di Modena ha sgominato un’organizzazione criminale attiva in tutto il nord Italia che garantiva a stranieri il passaggio di esami di lingua necessari per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo. A Modena operavano due persone ora arrestate insieme ad altre tre che agivano su altre sedi
Anziché 35 euro, costo fisso ministeriale per potersi iscrivere all’esame per ottenere il certificato di lingua italiana, agli stranieri ne chiedevano dalle 450 alle 700. Perché nel costo c’era anche la garanzia di superare l’esame attraverso l’ottenimento di risposte già scritte o addirittura schede d’esame già compilate. Circa 150 su Modena e circa 6000 coinvolti in diversi centri del nord Italia dove l’organizzazione agiva, avrebbero superato l’esame di lingua pur non conoscendo l’Italiano. Ed è proprio l’estate scorsa dall’ufficio stranieri della questura di Modena che i sospetti sono partiti. Da qui le indagini coordinate dalla procura di Modena hanno fatto risalire ad una società con sede a venezia gestita da due italiani marito di 41 anni e la moglie di 47 che percepivano direttamente i proventi del sistema corruttivo e che facevano una vita da nababbi tra viaggi. Ora arrestato insieme ad una terza persona italiana, una 49 enne piacentina. Un giro quello dell’organizzazione d’affari calcolato in due milioni in due anni. A Modena, l’organizzazione agiva attraverso un 59 enne marocchino, titolare di un phone center in via Canaletto sud a Modena, e un tunisino di 49 anni titolare di un negozio di alimentari a Carpi. Ai due spettava il compito di reclutare gli stranieri che per sottoporgli agli esami pilotati. Che avvenivano in sessioni di circa 40 persone nella sale prese in affitto in due hotel di carpi e Campogalliano, dove i gestori, ignari dell’irregolarità hanno contribuito alle indagini ambientali che hanno documentato truffa, falsificazione e corruzione. In alcuni casi le commissioni compiacenti aiutavano direttamente anche nelle prove orali dove le risposte concordate arrivavano addirittura prima della domanda. Indagini in corso per accertare la posizione di altri 25 indagati tra presunti corrotti e corruttori
Nel video l’intervista a Salvatore Blasco, dirigente Capo della Squadra Mobile