Due emergenze ginecologiche in nemmeno 24 ore hanno richiesto l’intervento dell’elisoccorso di Bologna. Fatti che riportano in primo piano il funzionamento del sistema di emergenza-urgenza ginecologica nelle aree montane dopo la chiusura dei punti nascita

Due emergenze ginecologiche nel giro di sole 24 ore, nel fine settimana. Nella montagna modenese. La prima riguardante una donna di Pievepelago soccorsa alle 21,45 di sabato, la seconda di Pavullo, soccorsa alle 18,44 di domenica, quest’ultima residente a soli tre minuti di auto dall’ospedale, dove dalla fine del 2017 è stato chiuso il punto nascite e dove il servizio garantito del ginecologo di emergenza è stato cancellato nella fascia oraria notturna, dalle ore 20 alle 8 della mattina. Ed è così che in entrambi i casi dopo l’arrivo dei sanitari con ambulanze e auto medicalizzate, e accertato il codice giallo che presuppone la necessità di un intervento urgente, è stato deciso l’intervento dell’elisoccorso da Bologna, che solo da poco tempo può atterrare in notturna nelle piazzole predisposte anche a Pievepelago oltre che a Pavullo. E che ha trasportato le due donne. Due casi che riportano in primo piano il funzionamento del sistema di emergenza urgenza ostetrica-ginecologica nelle aree montane e territorialmente disagiate, successivo alla chiusura dei punti nascita e alla cancellazione, da fine 2017, dalle ore 20 alle ore 8, del servizio di ginecologia d’urgenza in reperibilità, presso l’ospedale di Pavullo. Una cancellazione arrivata poche settimane dopo alla chiusura del Punto Nascite, e oggi come allora fortemente contestata Comitato Salviamo l’ospedale di Pavullo. “Si tratta di due casi preoccupanti, – ha affemato il Presidente del Comitato Maria Cristina Bettini commentando le ultime due emergenze – sia nella rapida sequenza in cui si sono verificate, sia per la loro gravita, che confermano da un lato come un’area vasta come quella del Frignano non può rimanere senza un ginecologo a disposizione la notte per l’emergenza, e dall’altro come il trasporto su gomma non riesca a garantire tempi celeri e certi di trasporto nei punti nascita identificati, dopo la chiusura di Pavullo, su Sassuolo o Modena”. Tema, quest’ultimo, già al centro dell’istanza di riesame della richiesta di deroga all’apertura del punto nascite dell’ospedale di Pavullo. Ferma in Regione.