Chiesti due anni e quattro mesi di reclusione per Aldo Milani, il leader dei Si Cobas accusato di estorsione ai danni della Alcar Uno. Il Pubblico Ministero ha anche richiesto che tra le attenuanti gli venga riconosciuta quella di aver agito per motivi di valore sociale
Il Pubblico Ministero Claudia Natalini ha chiesto 2 anni e 4 mesi per Aldo Milani, leader nazionale del sindacato Si Cobas perché accusato di estorsione in danno alla Alcar Uno. I fatti risalgono al 2016 quando Milani fu arrestato assieme al consulente Piccinini, dopo che le telecamere filmarono quest’ultimo ricevere una busta contenente denaro durante un incontro tra i fratelli Levoni, proprietari dell’azienda, e gli stessi Milani e Piccinini. L’accusa è quella di aver estorto denaro agli imprenditori Levoni in cambio dello stop agli scioperi e picchetti che andavano avanti da tempo davanti ai cancelli dell’azienda. Milani si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e vittima di un raggiro. La Pubblica accusa chiedendo la sua condanna ha chiesto anche che tra le attenuanti venga riconosciuto il fatto che Milani avrebbe agito per motivi di valore morale e sociale. Nella requisitoria il pubblico ministero ha ribadito che il leader nazionale dei Si Cobas avrebbe operato su due fronti uno legale, quello della trattativa sindacale, e l’altro illegale, la richiesta ai fratelli Levoni di un contributo per la cassa di residenza del sindacato. La difesa di Milani ha respinto questa ricostruzione dei fatti. I fratelli Levoni, come parte civile, hanno chiesto invece il risarcimento di 60 mila euro da devolvere all’Associazione Familiari e Vittime della Strada.