Sentenza storica quella di oggi pronunciata dal Tribunale di Reggio Emilia nella maxi inchiesta Aemilia, il processo per mafia più grande del Nord Italia. Almeno 300 i presenti nell’aula bunker per ascoltare le assoluzioni e le condanne in primo grado che attestano il radicamento della ‘ndrangheta nei nostri territori
Un giorno che segna una sentenza storica. Storica perché rappresenta un momento cruciale nel processo per mafia più grande del Nord Italia. Dopo più di due anni dal suo inizio, con 195 udienze, 148 imputati, più di 1700 anni di carcere richiesti, i numeri raggiunti da Aemilia sono impressionanti per un territorio convinto che la criminalità organizzata fosse un problema altrui. La sentenza che il 24 ottobre scorso ha condannato 46 imputati nel rito abbreviato, ha dimostrato che così non è, che la ‘ndrangheta in Emilia c’è ed è radicata. E oggi è arrivato il momento della sentenza in primo grado per gli accusati che hanno scelto il rito ordinario. I nomi scorrevano nelle parole della pronuncia in ordine alfabetico davanti a un’aula bunker gremita, tra sindaci, avvocati e giornalisti. Alla presenza di almeno 300 persone sono state rese note assoluzioni e condanne. Come i 9 anni e 10 mesi di detenzione dati ad Augusto Bianchini, i 20 anni e 7 mesi di Michele Bolognino, i 4 per Bruna Braga, gli 8 di Gino Gibertini. Questi solo i più noti tra i 14 modenesi coinvolti. L’accusa principale è quella di associazione mafiosa, a cui si aggiungono diverse aggravanti. La miccia che vide scattare Aemilia, partì il 28 gennaio 2015, quando i carabinieri effettuarono un blitz tra Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza al termine di un’inchiesta partita da Sassuolo. Il Nucleo operativo dell’Arma di Modena si attivò a seguito dell’esplosione di una bomba nell’Agenzia delle Entrate. Da lì partirono gli accertamenti che portarono all’arresto di Paolo Pelaggi, uomo del clan Arena, poi coinvolto in Aemilia. Da lì, la scoperta di una rete fitta e intricata, che ha portato nell’aula bunker del tribunale di Reggio Emilia 148 persone.