Aemilia sta per giungere al termine. I giudici del processo di mafia più grande del nord Italia pronunceranno domani la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. La famiglia Bianchini e Gino Gibertini i più noti modenesi sotto accusa

148 imputati. 1712 anni di carcere richiesti. 195 udienze e quasi tre anni di battaglie legali. Una data per la sentenza del processo di mafia più grande del Nord Italia: il 31 di ottobre. Dopo la pronuncia che, tra i tanti, ha condannato alla detenzione i modenesi Giulio Gerrini, Marco Gibertini e Paolo Pelaggi nel rito abbreviato, domani i giudici che per due settimane hanno lavorato blindati all’interno del tribunale di Reggio Emilia pronunceranno la sentenza di primo grado per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario nel processo Aemilia. Anche stavolta sono diversi i modenesi in attesa di conoscere il loro destino. Tra i nomi più noti, quelli della famiglia Bianchini, di San Felice. I coniugi Augusto Bianchini e Bruna Braga rischiano 15 anni e 6 mesi di carcere a testa con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e l’aggravante di aver disseminato di amianto i cantieri dell’emergenza e della ricostruzione post-terremoto. Anche per i tre figli sono stati chiesti svariati anni di carcere. Altro volto modenese imputato è Gino Gibertini, noto imprenditore nel settore petroli ed ex presidente del Modena Volley, per il quale sono stati chiesti 17 anni e 10 mesi di reclusione. L’accusa è di estorsione di stampo mafioso. La sentenza verrà pronunciata alle 9,30. Saranno il presidente Francesco Caruso, Cristina Beretti e Andrea Rat a mettere il punto fermo al processo.