Mentre la squadra di Castori, che domani osserva il turno di riposo, è partita per il ritiro di Noceto, il Carpi è al fianco delle altre società di B e boccia il format a 22 squadre
C’è un Carpi che si isola e uno che combatte. Il primo, quello guidato sul campo da Fabrizio Castori, da ieri sera cerca nel ritiro di Noceto, alle porte di Parma, quella tranquillità per ricompattarsi e rimettersi a correre, dopo questo difficile avvio di stagione che ha portato appena 5 punti nelle prime 8 giornate. L’altro Carpi, quello che con Stefano Bonacini è rappresentato nel consiglio della Lega di B, invece sta dando battaglia assieme alle altre 18 società cadette per rimandare al mittente l’ipotesi di un ritorno della B a 22 squadre, come auspicato dall’ordinanza del Tar del Lazio di mercoledì. L’assemblea straordinaria svoltasi ieri in via Rosellini a Milano e a cui era presente il presidente Claudio Caliumi ha respinto con forza l’ipotesi di un cambio di format dopo 8 giornate di campionato, chiedendo alla Figc di ricevere una tutela. Un fronte comune, come lo era stato quello che ad agosto aveva portato a chiedere al commissario Fabbricini il blocco dei ripescaggi, sfocato nella decisione di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar. Intanto è scongiurato quel blocco del campionato auspicato anche ieri dalla Serie C, interessata direttamente con le 6 ripescabili dal caos cadetto. Stasera infatti si gioca l’anticipo della nona giornata fra Palermo e Venezia, in campo alle 21, gara in cui il Carpi tiferà per i rosanero, con la speranza che la squadra di Zenga, appaiata ai biancorossi a quota 5 ma con una gara in meno, non si stacchi sfruttando la sosta forzata del Carpi.