Tragedia a Genova. Intorno alle 11.50 il ponte Morandi sulla A10 è sprofondato su se stesso in un tratto di circa 200 metri. Il bilancio delle vittime è drammatico. La macchina dei soccorsi si è messa subito in moto per estrarre le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Anche da Modena sono partiti gli aiuti
Sale a 35 il drammatico bilancio delle vittime del crollo del ponte sull’autostrada A10 a Genova. Tra queste anche un bambino. Decine e decine i feriti e 4 le persone estratte vive dalle macerie. Un bilancio di sangue tragico che rischia di peggiorare se si considera che al momento del crollo transitavano circa 30 vetture. Erano le 11.50 quando il ponte Morandi, che sovrasta il torrente Polcevera, è sprofondato su sé stesso, riversandosi sulla carreggiata e schiacciando passanti e automobili sottostanti. Secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco si sarebbe verificato un cedimento strutturale di una delle colonne del ponte all’altezza di via Fillak crollato per una lunghezza di 200 metri. Al momento della tragedia, sulla zona si stava abbattendo un violento nubifragio e secondo alcuni testimoni il ponte, poco prima del crollo, è stato colpito da un fulmine. La macchina dei soccorsi si è messa subito in moto per estrarre le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Nonostante la distanza gli aiuti sono partiti anche da Modena: dal comando provinciale dei Vigili del Fuoco di via Formigina è partita una unità cinofila con due uomini. Da Bologna si è diretto verso Genova un elicottero dei pompieri insieme ai sanitari del 118 per aiutare nei soccorsi. I pompieri ha riferito che ora il rischio maggiore è che altre parti del ponte possano crollare, per questo motivo a scopo precauzionale diverse abitazioni situate nella zona sono state fatte evacuare. Il Ponte Morandi venne costruito negli anni Sessanta e da allora è stato più volte interessato da interventi di manutenzione che hanno reso difficile controllarne lo stato di salute. Secondo alcuni esperti era necessario ricostruirlo.