In linea con i dati nazionali anche a Modena è aumentato il numero di persone in condizione di povertà. Si tratta soprattutto di famiglie in cui a causa delle crisi si è perso l’unico reddito, e tra queste coloro che non possono contare su una rete famigliare. E a Porta Aperta sono raddoppiati i pasti distribuiti ogni giorno

Famiglie in cui l’unico reddito è venuto meno a causa della crisi e che nel momento del bisogno non possono contare su una rete parentale in grado di aiutarli, ma anche tanti singoli, o diventati tali, che dopo la perdita del lavoro o una separazione si trovano nel giro di breve tempo nella fascia di povertà assoluta. Quella che in Italia non vedeva una percentuale così alta di persone dal 2005. Quella che in base al rapporto Istat conta 5 milioni di persone, cresciute dal 2016 al 2017. Una crescita registrata anche a Modena e confermati da alcuni indicatori, non ultima la quantità di domande presentate per accedere al cosiddetto reddito di solidarietà. Più di 900 le famiglie in provincia che l’hanno presentata, 230 nella sola città di Modena. Oltre che dagli accessi alle strutture di Porta Aperta anche solo per un pranzo o una cena. In media sono 120 i pasti serviti ogni giorno dai volontari nelle strutture del Murazzo. Un osservatorio reale sulle vecchie e nuove povertà. Gli effetti della ripresa economica non si sono ancora tradotti in posti di lavoro in grado di assorbire i migliaia di posti persi anche a Modena negli anni di crisi, durante i quali sono aumentati contestualmente i nuovi ricchi. Una situazione che ha accentuato le differenze ed in linea generale la tensione sociale tra chi è diventato povero e chi la crisi ha reso ricco. Da qui l’appello all’importanza del lavoro sulla coesione sociale e alla solidarietà sociale.

Nel video l’intervista a Luca Barbari, Presidente Porta Aperta