I medici dell’emergenza urgenza sanitaria dello Snami lanciano un grido d’allarme ‘Siamo pochi e poco incentivati’. A pagarne il prezzo più alto sono le aree geograficamente più svantaggiate come quelle montane
A Pavullo oggi solo 7 su 13 unità medica specializzate previste nel soccorso di emergenza urgenza sanitaria su mezzi mobili in servizio. Le cause sono principalmente due. Da un lato gli anni in cui a livello regionale non sono stati organizzati corsi specicialistici per personale medico, formato per intervenire in emergenza sui mezzi attrezzati, in numero sufficiente per coprire le necessità. E dall’altro le condizioni contrattuali, spesso legate a rapporti a termine di pochi mesi che non garantiscono non solo le ferie ma anche in molti casi pasti nelle mense aziendali o il rimborso chilometrico per i trasferimenti con auto propria. Un vero problema per chi deve raggiungere sedi montane o comunque lontane dai luoghi di residenza. A denunciare la situazione, da Pavullo, alcuni medici dell’emergenza – urgenza rappresentanti dello Snami, reduce da un recenti tavoli di confronto con regione e ausl nei quali il sindacato afferma di essere riuscito a mettere dei punti fermi per invertire la rotta. Un accordo comunque definito tampone, della durata limitata, ma che almeno congela la situazione di emergenza in prospettiva di nuovi accordi
Nel video l’intervista a Roberto Pieralli, Segretario regionale Snami