Si sono concluse le indagini sulla morte del bambino moldavo di tre anni e otto mesi avvenuta lo scorso 14 gennaio. Indagati la madre 27enne ed il compagno, albanese, di 38. Per lei l’accusa è di omicidio preterintenzionale
Sarebbe morto a causa delle percosse subite poche ore prima il bambino moldavo di tre anni e otto mesi che abitava insieme alla madre e al compagno albanese in un miniappartamento di via Carlo Sigonio. Le indagini sull’episodio accaduto lo scorso 14 gennaio si sono concluse, entro venti giorni il pubblico ministero Luca Guerzoni dovrà decidere se formulare le richieste di rinvio a giudizio. E’ giunta ad una svolta la vicenda che vede indagata proprio la coppia: la donna, 27 anni, sarebbe accusata di omicidio preterintenzionale, mentre l’uomo di 38 anni dovrebbe essere chiamato a rispondere di omissione di soccorso e autocalunnia. Tutto nasce dalla chiamata della giovane moldava al Pronto Soccorso per un malore del bambino a seguito di problemi gastrici, in realtà i primi riscontri e soprattutto l’esame autoptico evidenziarono chiari segni di percosse sul corpo del piccolo. Nei successivi interrogatori la donna ammise di aver picchiato il figlio dopo aver più volte discusso col compagno, innervosito dai pianti del bambino. Proprio su quest’ultimo episodio di fonderebbero le accuse: la mamma avrebbe picchiato il piccolo senza l’intenzione di ucciderlo e l’uomo si sarebbe reso responsabile di omissione di soccorso, ma anche autocalunnia, sostenendo in un primo momento di essere stato lui il responsabile delle percosse.