Potrebbe essere stato un corto circuito la causa scatenante del principio di incendio che ha provocato la morte dell’avvocato civilista Elena Morandi, deceduta per una intossicazione da esalazioni di fumo. Al momento la salma della donna è a disposizione della medicina legale per ulteriori controlli
Probabilmente è stato il corto circuito della abat Jour che aveva sul comodino la causa scatenante del principio di incendio che ha causato la morte per intossicazione da fumi di Elena Morandi. La 56enne modenese trovata senza vita dai Vigili del Fuoco nella sua abitazione in via Boccabadati 103 a Modena. Il corpo della donna al momento è a disposizione della Medicina legale per ulteriori controlli utili a stabilire la causa del decesso, mentre in Procura pare sia stato aperto un fascicolo per ora conoscitivo. Nella notte tra sabato e domenica intorno alla mezzanotte due ragazzi residenti nella zona, mentre stavano facendo rientro a casa hanno notato una colonna di fumo provenire dall’abitazione di Elena ed hanno allertato i Vigili del Fuoco. Il principio di incendio che ha generato il denso fumo si è sprigionato dalla camera da letto dove affianco del comodino sono stati ritrovati i fili e la presa di corrente bruciati e il materasso completamente distrutto. Nonostante il tempestivo intervento dei pompieri, che ha permesso di estinguere il principio di incendio e di limitare i danni solo ad alcuni arredi, per Elena non c’è stato nulla da fare. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato riverso a terra in bagno. Inutile l’intervento dei sanitari del 118 accorsi sul posto. Elena era un avvocato civilista presso il foro di Modena che non esercitava la professione da diverso tempo per motivi personali, dopo essersi separata dal marito ha vissuto con la mamma anziana fino al suo decesso avvenuto tre anni fa. Il riconoscimento della salma è stato eseguito dall’ex marito.