I sindacati di Polizia sollevano le problematiche legate al terrorismo. Se i detenuti conversano in altre lingue, come l’Arabo, diventa difficile per le guardie carcerarie controllare i colloqui

Utilizzare il collegamento Skype all’interno dei penitenziari per consentire ai detenuti di effettuare videochiamate con i propri familiari. C’è preoccupazione nelle carceri italiane per la recenti modifiche che hanno riguardato codice penale, ma anche l’ordinamento penitenziario. Secondo quanto comunicato dai sindacati di Polizia, infatti, risulterebbe impossibile monitorare i colloqui soprattutto se in lingue diverse dall’italiano. Sarebbe difficile ad esempio stabilire se vi siano contatti con soggetti che fanno proselitismo o parlano di eventuali atti terroristici. A Modena a sollevare il problema è Giovanni Battista Durante il Segretario generale aggiunto Sappe che sottolinea la problematica legata al terrorismo islamico e alla radicalizzazione. Durante spiega che la legge esclude contatti con l’esterno solo ai detenuti ritenuti pericolosi, quelli che mostrano segnali di estremismo sono attenzionati, ma resta il problema dei carcerati comuni, e cioè quelli reclusi per furti o droga che nel corso della detenzione possono venire radicalizzati. L’altra novità che preoccupa i sindacati è quella della camera per l’affettività, e cioè che i detenuti potranno avere colloqui riservati di 24 ore con le compagne. Anche in questo caso le sigle parlano di problemi legati alla gestione e all’organizzazione della struttura.