L’azienda USL di Modena ha confermato la presenza di microchip nei camici. I piccoli dispositivi elettronici però non sono attivi

I microchip ci sono ma non sono mai stati utilizzati. L’azienda USL di Modena smentisce ogni sospetto sulla questione dei piccoli dispositivi elettronici cuciti nei camici del personale sanitario sottolineando che l’unica tracciatura mediante microchip è quella utilizzata per la cosiddetta biancheria piana presso l’Ospedale di Carpi, e cioè quella per i letti dei degenti, adoperata con l’obiettivo di ridurre gli sprechi.

Dopo il caso scoppiato a Genova è scattato l’allarme dei sindacati anche a Modena che in seguito ad alcune verifiche hanno constatato l’effettiva presenza nei camici dei microchip ed immediatamente chiesto chiarimenti urgenti.

L’azienda USL con un comunicato ha confermato da un lato la esistenza dei dispositivi e dall’altro la loro inattività e il loro mancato utilizzo.

L’appalto per tutto il materiale di biancheria e vestiario da lavoro, ha precisato l’USL  è assegnato dal 2007 alla stessa ditta che se ne occupa anche a Genova, che produce tutti capi già dotati di microchip. A detta dell’azienda sanitaria locale però questi dispositivi non sono attivi e comunque non  sono mai stati utilizzati per la tracciatura degli indumenti, per la quale viene adoperato il codice a barre.