In provincia continua a tenere banco il problema del futuro dei punti nascita dell’Ospedale di Pavullo e di Mirandola. Dopo che la giunta regionale è stata accusata di non aver fatto nulla per salvare le due strutture, ora chiederà una deroga al Ministero della salute per non far sospendere la loro attività
Il futuro dei punti nascita dell’ospedale di Pavullo e Mirandola sono sempre più a rischio. Dopo che la giunta regionale è stata accusata di aver fatto ben poco per difendere i due ospedali lasciando che venissero depotenziati, non vigilando sugli investimenti infrastrutturali necessari e perdendo di conseguenza la loro attrattiva, ora la stessa corre ai ripari passando la palla al ministero della Salute. Verrà infatti richiesta una deroga per non sospendere l’attività di assistenza al parto in sei punti nascita dell’Emilia romagna nei quali si registrano meno di 500 parti l’anno. Tra questi appunto l’ospedale di Pavullo nel Frignano e quello di Mirandola, sul quale ha avuto un forte impatto negativo anche il sisma del 2012 che ha portato alla sospensione delle attività per problemi strutturali. In Commissione Consiliare è stata presentata la relazione della Commissione regionale tecnico consultiva sul percorso nascita con la proposta di riorganizzazione dell’assistenza in Emilia Romagna. Se la deroga verrà concessa la giunta si dice pronta a dotare i punti nascita in questione del personale necessario e a garantire gli standard di sicurezza richiesti, in caso contrario i due punti nascita dovranno chiudere e le mamme partorienti saranno assistite in altre strutture. Il Ministero della Salute ha tre mesi di tempo per decidere sulla richiesta.