I detenuti avevano lamentato condizioni degradanti nelle celle, con uno spazio vitale inferiore a 3 metri. Metà di loro hanno ricevuto 8-10 euro al giorno, gli altri hanno ottenuto uno sconto di pena di un giorno ogni 10. Trecento i ricorsi presentati
Venti carcerati del Sant’Anna sono stati risarciti dallo Stato perché la detenzione è stata giudicata inumana e degradante. Sono arrivate le prime pronunce degli organi giudiziari dopo che ben 300 persone hanno contestato il loro periodo di reclusione a Modena.
Le vicende oggetto di discussione risalgono a qualche anno fa, quando l’istituto penitenziario cittadino era sovraffollato e il nuovo padiglione doveva ancora aprire. Allora la capienza era superata di decine di unità e per accogliere tutte le persone le camera di sicurezza erano diventate evidentemente affollate, tanto da superare i 3 metri quadrati a testa previsti da diverse normative come la Convenzione Europea dei diritti umani. Accusando che il trattamento non rispettasse le leggi, i detenuti si sono così rivolti agli organi giudiziari e ad alcuni di loro, come detto una ventina, è stata data ragione.
Metà degli indennizzati ha ricevuto un risarcimento di 8-10 euro per ogni giorno di reclusione sofferto in condizioni inadeguate; l’altra metà ha ottenuto uno sconto sulla pena ancora da scontare, circa un giorno ogni 10. Numeri significativi che, una volta divenuti noti tra la popolazione carceraria di Sant’Anna, attuale ed ex, hanno fatto moltiplicare i ricorsi. Le 300 istanze sarebbero infatti destinate a salite.