In aula l’ex direttore generale Petropulacos, ha parlato delle ricadute per l’ospedale cittadino: oltre al danno d’immagine per ogni paziente coinvolto la spesa aggiuntiva per la sanità pubblica è di oltre 2mila euro
Oltre 2mila euro a paziente: a tanto ammonta la stima del danno per ogni persona coinvolta nei discussi studi compiuti nella cardiologia del Policlinico. Un danno al quale si è dovuto rimediare e che ricadrebbe poi nella spesa pubblica. Questo è emerso nella nuova udienza del processo Cardiologia, incentrato soprattutto sulla testimonianza di Licia Petropulacos, ex direttore generale di via del Pozzo, inviata a Modena dopo lo scandalo della maxi inchiesta dei carabinieri del Nas sulle presunte sperimentazioni nell’ospedale universitario.
La dottoressa Petropulacos, oggi in servizio a Bologna, in aula ha parlato dei danni legati alle sperimentazioni no profit, interventi che secondo l’accusa sarebbero state a volte effettuate senza l’ok del comitato etico e senza il consenso informato dei pazienti. Le sperimentazioni erano concentrate in primo luogo nel laboratorio di emodinamica.
In Tribunale l’ex dg ha risposto anche a una domanda sulle conseguenze per il Policlinico dopo che l’inchiesta aveva portato all’arresto di 9 medici: ha fatto presente che il danno di immagine è stato pesante, con un netto calo dei pazienti. Inoltre è emerso che furono 230 le cartelle cliniche controllate dopo le richieste arrivate sul numero verde istituito dall’ospedale per accogliere le domande di chiarimento dei pazienti cardiologici, soprattutto quelli ai quali erano stati impiantati stent.