La denuncia del consigliere regionale Foti (FdI): “L’azienda sanitaria ha ottenuto risorse per interventi che con il sisma non avevano nulla a che fare”
Le risorse destinate alla ricostruzione post-terremoto sarebbero state richieste per interventi che con il sisma “nulla avevano a che fare”. Un’accusa pesante quella contenuta nell’esposto alla Procura della Repubblica di Modena depositato dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, piacentino. Trentatre pagine, diciotto allegati, tabelle dettagliate, nel documento, che per conoscenza è stato inviato anche al presidente dell’Autorità nazionale Anti-corruzione Raffaele Cantone. L’esposto si concentra in particolare sui finanziamenti chiesti e ottenuti dall’Ausl di Modena. Dall’analisi della documentazione emerge, secondo Foti, come le domande di contribuzione dell’Azienda sanitaria siano “esponenzialmente aumentate” man mano che si concretizzava la possibilità di accedere al Fondo di Solidarietà Europeo: in pratica, se in un primo momento alla Provincia di Modena l’Ausl aveva chiesto 11,3 milioni, successivamente, a Bruxelles sarebbe stato presentato un conto per le spese da oltre 20 milioni. Nell’esposto si parla di interventi finanziati con gli aiuti post-sisma ma già inclusi, a volte da anni, nei piani di investimenti dell’Ausl. Il consigliere Foti conta almeno 10 milioni, di cui 7,5 di rimborsi assicurativi, che non avrebbero avuto “congrua destinazione”. Infine, rileva come una ingente quota dei contributi e rimborsi arrivati in cassa non siano poi effettivamente stati spesi. A fronte di tutto questo, secondo Foti, la Regione sarebbe colpevole di omesso controllo, consentendo all’Ausl di mettere le mani sui soldi per la ricostruzione “con modalità quantomeno opinabili”.