Domani è il giorno del quarto anniversario della prima scossa, del sisma che nel 2012 provocò 27 vittime in Emilia. Diversi centri storici nella bassa modenese sono ancora dei cantieri aperti
20 maggio 2012. Una data che per molti modenesi non è solo un giorno sul calendario di una qualsiasi agenda, ma il ricordo di una domenica notte da incubo, con il sonno travolto dalla pesante scossa di terremoto. La memoria va al sisma che in pochi minuti tra il 20 e il 29 maggio di 4 anni fa, devastò 58 comuni dell’Emilia tra le provincie di Modena, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara, provocando oltre 13 miliardi di euro di danni, 27 vittime e 45mila sfollati. A quattro anni di distanza da quella catastrofe naturale la fine della ricostruzione è ancora lontana, infatti più volte si è detto che ci vorranno almeno 10 anni per fare un discorso di questo tipo. 8 famiglie su 10 assistite dopo il terremoto in Emilia sono tornate alla normalità, ma 35 comuni su 60 devono ancora completare la ricostruzione. I nuclei che vivono nei prefabbricati sono ancora 135, anche per evitare il doppio trasloco quando la loro casa sarà pronta. Ad oggi per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese sono stati concessi contributi per oltre 2 miliardi e 800 mila euro, ma le somme effettivamente liquidate arrivate sono state di 1,5 miliardi di euro. Ora bisognerà focalizzare l’attenzione sui centri storici, che in alcuni casi sembrano ancora un cantiere aperto. Il pensiero va a Novi, definito spesso il paese fantasma, ma anche a Concordia dove ci sono ancora delle zone, che il Sindaco Luca Prandini, ha definito inagibili. A Carpi invece procede l’intervento sul Duomo: da una parte della struttura sono state tolte le impalcature, per iniziare i lavori in un altro versante danneggiato.