Nella frazione di Formigine, vicino alla Pieve nell’area dei lavori sono emersi resti probabilmente di un complesso monastico. Le precisazioni della Soprintendenza sulla scoperta
A come tutelare la scoperta ci penseranno gli Enti locali, ora è il momento dell’approfondimento degli esperti dei Beni Culturali che hanno confermato l’importante scoperta nell’area degli scavi per la realizzazione di un centro giovani. Stiamo parlando delle strutture murarie in ciottoli fluviali di epoca basso-medievale, che fanno parte della fondamenta di un ampio complesso architettonico, forse monastico, collegato alla chiesa, e una fornace per laterizi, presumibilmente di epoca rinascimentale, con camera di cottura rettangolare, provvista di sei bocche per l’inserimento del combustibile. L’ufficialità di questi rinvenimenti a Colombaro di Formigine, è giunta dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, che in una nota ha fornito anche ulteriori precisazioni. La scoperta delle strutture murarie, non è avvenuta durante i lavori, ma prima del loro inizio, nel corso delle indagini archeologiche preliminari, nell’ambito delle normali attività di archeologia preventiva. Si è trattato quindi di un’indagine programmata nell’area che si trova accanto alla Chiesa di S. Giacomo Maggiore, pieve risalente al XII secolo. Al termine dello studio archeologico, tuttora in corso, alla Soprintendenza spetterà innanzitutto il compito di valutare le esigenze di tutela delle strutture, peraltro in condizioni di possibile rapido degrado, e la loro eventuale compatibilità con possibili forme di valorizzazione. Sempre secondo la Soprintendenza, gli enti che vorranno accollarsi tale onere, dovranno mettere in atto oculate scelte progettuali e valutare attentamente le loro implicazioni economiche a lungo termine, per evitare che nel giro di pochi anni venga distrutto proprio ciò che si voleva tutelare.