Autobus, metro e treni locali fermi, per 24 ore, in tutta Italia. È arrivato il venerdì nero per il trasporto pubblico locale: anzi nerissimo. Lo sciopero indetto per tutta la giornata di oggi non prevede fasce di garanzia; le corse sono assicurate solo per i servizi assolutamente indispensabili, quindi appena il 30% di quelli disponibili. Una protesta forte che si affianca a una manifestazione a Roma da parte degli autisti aderenti alle sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl per lanciare un messaggio altrettanto forte. Due le richieste all’esecutivo che si alzano dal presidio davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove stamattina sono arrivate anche delegazioni modenesi: la prima riguarda il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da un anno. La difficoltà da parte delle aziende nella ricerca di personale è legata anche a questo, dicono le sigle: gli autisti scappano da società che rifiutano un rinnovo contrattuale in grado di renderle più attrattive a livello salariale e di condizioni di lavoro. La seconda richiesta è quella di investire maggiormente sul trasporto pubblico locale, immettendo risorse adeguate nel Fondo nazionale trasporti, fondo che, lamentano le sigle, negli ultimi anni ha perso circa il 21% della sua dotazione. Una situazione che non permette di garantire i fabbisogni dell’utenza, sempre più disaffezionata al tpl nonostante la necessaria transizione green. E non permette di trovare nuovi autisti, alle prese con stipendi al palo e, in città come Modena, nemmeno commisurato al costo della vita. Il rischio, dicono i manifestanti, è che senza un deciso cambio di marcia si vada verso il collasso del trasporto pubblico