Nel video l’intervista al Prof. Andrea Cossarizza, Ordinario di Patologia Generale e Immunologia UniMore

Circa un contagiato su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese. È il quadro sul Covid che emerge dall’indagine condotta dalle Regioni, in base a circa 3.600 test realizzati il 3 e il 4 febbraio. Secondo i risultati preliminari del sondaggio, condotto dall’Istituto Superiore della Sanità e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali, nel nostro Paese, il 17,8% delle infezioni Covid-19 è dovuto alla variante inglese. Il risultato dell’indagine, comunica il ministero della Salute, ci dice che, così come nel resto d’Europa in Italia c’è una circolazione sostenuta della variante. Tanto che secondo il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, “in 5-6 settimane la variante inglese potrebbe sostituire il virus SarsCov2 ora circolante”. Il presidente, ha comunque rassicurato che questa mutazione del virus risponde al vaccino, mentre sulle altre varianti riscontrate, come la Sudafricana e la Brasiliana, ci studi in corso. Bisogna preoccuparsi? Dalla nostra trasmissione Detto e non Detto, il noto immunologo modenese, il professor Andrea Cossarizza è cauto: non ci sono ancora evidenze che queste mutazioni siano più pericolose