Nel video l’intervista a Stefano Bonaccini, Presidente Emilia-Romagna

Sono quasi 5mila i modenesi che rischiano di non poter rispettare i tempi per il secondo richiamo vaccinale anti Covid. Il ritardo da parte di Pfizer nella consegna delle dosi previste sta creando grandi difficoltà anche nella nostra provincia, che a inizio settimana attendeva un carico di 9630 dosi, ma ne ha ricevute solo la metà, 4680. Un problema che se si ripetesse anche lunedì prossimo, quando a Modena sono attese altre 10mila dosi, metterebbe a rischio il richiamo per chi ha ricevuto il vaccino. La somministrazione ideale, infatti, è prevista il 21esimo giorno dopo la prima, ma non si può andare oltre il limite massimo di 28 giorni per non perdere l’efficacia. Il carico in ritardo da 26.910 dosi, fa sapere la Regione, è atteso in giornata e servirà a continuare la campagna con i richiami e la vaccinazione agli anziani delle case protette. Ma se i ritardi di Pfizer dovessero proseguire la Regione ha pronto un piano B: chiedere al Governo di ridistribuire a livello nazionale i vaccini rimasti a disposizione finora, per garantire a tutti quelli che hanno fatto la prima dose anche la seconda. Intanto a Modena il direttore generale dell’Ausl Antonio Brambilla ha spiegato come il piano, al netto dei ritardi, ora preveda di chiudere la fase che riguarda medici, operatori sanitari, personale e ospiti delle residenze per anziani entro fine febbraio. Poi a inizio marzo si partirebbe con i modenesi che hanno più di 80 anni e gli anziani con patologie seguiti a casa, a cui andrà somministrato a domicilio utilizzando anche i vaccini che arriveranno da Moderna per fine febbraio, più resistenti agli spostamenti perché meno legati alle basse temperature. “Gli over 80 verranno chiamati uno a uno dalle aziende sanitarie” ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.

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