Non è la prima ad essere stata messa in atto, la prima però che ha messo nel suo obbiettivo il marchio di auto più famoso al mondo, la Ferrari. Si tratta di un’operazione che richiede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Fortunatamente il manager del Cavallino l’ha sventata prima che si trasformasse in un terremoto per la casa automobilistica con la perdita di una cifra elevatissima di soldi. Tutto ha avuto inizio con una serie di messaggi whatsapp che un finto Ceo, spacciandosi per Benedetto Vigna, Amministratore Delegato Ferrari, ha inviato appunto ad un manager della stessa scuderia. “Stiamo trattando un affare cruciale, preparati ad una grossa acquisizione” dicevano i messaggi e per spiegare il fatto che il numero da cui stava scrivendo partendo non era quello abituale, il truffatore spiegava la necessità di discutere una questione molto riservata. Alcune cose però, in tutto questo non tornavano, oltre al numero diverso di cellulare, anche la foto utilizzata dal falso Ceo su whatsapp non era la solita che Vigna condivideva. Tanto è bastato per far scattare la massima attenzione al ricevente che, per essere certo di parlare con Benedetto vigna, ha posto al suo interlocutore una domanda la cui risposta solo il vero Ceo avrebbe potuto fornirla. A quel punto, la comunicazione si è interrotta. Un episodio allarmante, ma che ha già un precedente. All’inizio di quest’anno una multinazionale anonima ha perso 26 milioni di dollari dopo che i truffatori sono riusciti ad ingannare i suoi dipendenti ad Hong Kong utilizzando la stessa tecnologia deep fake