La voglia di ricominciare, di tornare a rivivere il turismo in montagna, di respirare l’aria di una domenica normale, con la famiglia. Tutte premesse che si sono spezzate, nel pomeriggio di ieri, insieme al cavo d’acciaio che reggeva una cabina della funivia Stresa-Mottarone, in Piemonte, sul lago Maggiore. Su quella cabina c’erano a bordo 15 persone. Se n’è salvata solo una, un bambino di appena 5 anni, ora in condizioni gravi ma stabili nella terapia intensiva dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. La tragedia è avvenuta nel giro di pochi secondi: la cabina, partita dalla sponda piemontese del Lago Maggiore, stava salendo verso la cima del monte Mottarone, ad un’altitudine di circa 1500 metri; era quasi arrivata a meta quando un cavo ha ceduto. La cabina è scivolata all’indietro, poi è precipitata al suolo, continuando a rotolare per diversi metri sul pendio prima di fermarsi contro gli alberi. Per le persone a bordo non c’è stato scampo. Due bambini di 2 e 9 anni hanno perso la vita. Tra le vittime anche una coppia emiliana: Roberta Pistolato e Angelo Vito Gasparro, originari di Bari ma residenti a Castel San Giovanni. Lei si era laureata da poco e lavorava come vaccinatrice per l’Asl di Piacenza; la gita sul lago Maggiore era partita per festeggiare il suo 40esimo compleanno.
FUNIVIA MOTTARONE, PRECIPITA CABINA. MORTI ANCHE DUE EMILIANI
C’è anche una coppia emiliana tra le 14 vittime della tragedia accaduta ieri sul lago Maggiore. Nella cabina precipitata dalla funivia del Mottarone c’erano due coniugi di Piacenza. L’unico sopravvissuto è un bambino, ricoverato in condizioni gravissime