Nel video Mons. Erio Castellucci, Vescovo di Carpi e Arcivescovo di Modena-Nonantola, Mons. Ermenegildo Manicardi Vicario Generale Diocesi di Carpi e Riccardo Righi Sindaco di Carpi

Con gesto solenne e carico di emozione, il Vescovo di Carpi, Mons. Erio Castellucci, solleva la mano, benedice e bussa tre volte al portone del Tempio di San Nicolò. È un suono profondo, che rimbomba nel cuore della comunità come un richiamo alla speranza, alla resilienza, alla rinascita. Dopo dodici anni di attesa, quel portone si apre di nuovo, non solo per accogliere i fedeli, ma per restituire alla città un simbolo di fede e di forza. Un luogo che, pur ferito dal sisma, non ha mai smesso di appartenere a chi lo ha amato e custodito con infinita pazienza. La preghiera ha poi lasciato spazio a un momento di grande intensità, con il canto della liturgia africana che accompagna l’offerta dei doni all’altare, eseguito dalla comunità congolese.

Una danza rituale che, con il suo intreccio di suoni e movenze, ha rappresentato un omaggio vibrante a San Nicolò, protettore dei naviganti, un ringraziamento alla comunità che li ha accolti. In quel momento, la celebrazione è diventata simbolo di unione fra culture, un ponte che ha avvicinato tradizioni diverse. Una manifestazione di gratitudine che rinnova il significato della chiesa come casa spirituale comune, dove fede e speranza diventano universali.