Nel video l’intervista a Sandro Grisendi, Vicepresidente Ance Emilia Centro
È dura la critica alle intese raggiunte a livello di maggioranza di Governo sulla tormentata vicenda del Superbonus 110%. Il provvedimento, infatti, introduce una sanatoria per i lavori non completati entro il 31 dicembre 2023 e istituisce un fondo povertà per i redditi con Isee sotto i 15mila euro, finalizzato a compensare la differenza tra la precedente aliquota del 110% e quella attuale al 70%, ma soltanto se gli interventi hanno raggiunto uno stato di avanzamento pari al 60% entro il 31 dicembre scorso. Ma il problema, a questo punto, sarebbe tutt’altro che risolto. Dopo la richiesta, inascoltata, di una proroga per quei lavori a uno stadio avanzato di due o tre mesi per poterli completare, per l’Associazione Nazionale Costruttori Edili la soluzione individuata ora dal Governo non solo non sarebbe efficace, ma andrebbe in una direzione nettamente opposta alle proposte sostenute per chiudere in maniera “ordinata” la stagione del Superbonus ed evitare il fallimento di imprese, cantieri incompiuti e altissimi contenziosi tra famiglie e imprese.
A rischio, nel modenese, non vi sarebbero solo centinaia di cantieri e migliaia di posti di lavoro. Il pericolo è che le conseguenze si ripercuotano sull’intera filiera, in questo 2024.