Nel video, l’intervista all’avvocato Monica Rustichelli

Non si fermano le indagini dei Carabinieri di Pavullo in merito al caso del 50enne di Fanano spinto al suicidio dopo i ripetuti ricatti da parte di un 40enne italiano, che minacciava di diffondere materiale erotico prelevato alla vittima con l’inganno. I militari sono alla ricerca di un complice, un 26enne della Costa D’Avorio, ritenuto, insieme al 40enne, un vero e proprio professionista di questo tipo di estorsione. I casi delle cosiddette “sextorsion” sono stati 136 solo nel 2023. Numeri allarmanti, rilevati dalla Polizia Postale che mettono in guardia su un fenomeno violento e subdolo che colpisce soprattutto minori, ma anche tanti adulti. Il 50enne vittima di uno degli episodi più gravi di “sextorsion” aveva lasciato una lettera in cui raccontava quel che stava subendo, dalle immagini sessuali esplicite che lo ritraevano in momenti di autoerotismo registrate senza il suo consenso dalla telecamera del cellulare, alle continue richieste di denaro mediante Postepay per non diffonderle, somme che si erano fatte sempre più ingenti fino a farlo finire sul lastrico. Ed è esattamente così che agiscono i cyber-criminali: prima studiano le fragilità degli utenti per circuirli, poi entrano in azione. Pare che il 40 enne italiano arrestato dai Carabinieri fosse il mediatore di una banda più strutturata, composta da ivoriani tra i quali una donna, che avrebbe avuto il compito di adescare le vittime sulla rete. Non una, ma una cinquantina quelle finite nella rete degli estorsori sessuali che sarebbero riusciti ad intascare fino a 70mila euro. Una drammatica vicenda che dimostra, ancora una volta, la pericolosità di condividere con sconosciuti la telecamera del proprio cellulare o computer, ma soprattutto l’importanza di denunciare subito.