Nel video l’intervista a Paola Rapezzi, Moglie del Capotreno Paolo Cinti e a Marco Martelli, Sindaco Crevalcore
Erano le 12,53 di un giorno di nebbia quando, il 7 gennaio del 2005, Crevalcore fu teatro di un terribile disastro ferroviario. 17 anni fa avvenne quella che è nota come la Strage di Crevalcore: il treno interregionale da Verona carico di pendolari e un convoglio merci con putrelle di acciaio proveniente da Roma si scontrarono frontalmente nei pressi della stazione di Bolognina, sulla Bologna-Verona a binario unico. 17 i morti, tra cui 6 modenesi. Entrambi i macchinisti persero la vita. 80 i feriti sopravvissuti alla tragedia, ma sempre uniti nel dolore per chi non c’è più. La locomotiva del treno merci, la semipilota e la seconda carrozza passeggeri del treno interregionale furono completamente distrutte. Le immagini delle carrozze sventrate fecero il giro della nazione e gli italiani restarono incollati alla tv per ore nella speranza di avere informazioni sulle vittime. Le operazioni di soccorso durarono fino al mattino seguente. A distanza di 17 anni, il dolore per una tragedia immensa è ancora enorme e la ferita probabilmente non guarirà mai. Le indagini ricondussero ad un errore umano di uno dei due macchinisti che non vide un semaforo rosso scontrandosi con il treno nella direzione opposta, ai tempi sprovvisto del controllo di marcia, il sistema automatico che blocca il treno in caso di mancato rispetto dei segnali. Il processo si chiuse nel 2011 con l’assoluzione di dieci dirigenti delle Ferrovie e non ci fu appello. Per la legge gli unici responsabili furono i due macchinisti e la nebbia che avrebbe impedito di vedere i due semafori rossi.