Tra i colpevoli che eseguirono materialmente la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, “vi era senza ombra di dubbio il latitante Paolo Bellini, la cui presenza in stazione al momento dell’attentato era finalizzata a trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell’esplosivo e a fornire un materiale supporto all’azione degli altri compartecipi, nella piena consapevolezza che nella sala d’aspetto di seconda classe sarebbe stato collocato un micidiale ordigno”. A scriverlo, nero su bianco, è la Corte d’Assise di Bologna, nelle motivazioni della sentenza dell’ergastolo per Paolo Bellini, l’ex di Avanguardia nazionale ritenuto uno degli esecutori materiali della strage. L’attentato stroncò la vita di 85 persone e lasciò tra le macerie della stazione oltre 200 feriti. I giudici hanno stabilito dei punti fermi che potranno essere scalfiti solo da un’eventuale sentenza della Cassazione. Oltre alla colpevolezza di Paolo Bellini, un’altra certezza, per i magistrati della Corte, è il ruolo di Licio Gelli come “finanziatore consapevole” della strage. Ora manca l’ultima tappa del percorso: il giudizio in Cassazione. Attesa il 15 del mese davanti alla Corte la sentenza dell’ergastolo a Gilberto Cavallini, ritenuto dalla Corte d’Appello di Bologna il ‘quarto uomo’ autore della strage, dopo Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva.