La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini, uno dei responsabili della strage alla stazione ferroviaria di Bologna, il 2 agosto 1980.
L’esplosione della bomba nascosta in una valigia nella sala d’attesa della stazione, alle 10.25 di quel giorno, causò 85 vittime e il ferimento di oltre 200 persone.
La Cassazione ha così confermato la sentenza: Cavallini – ora 72 anni, in semilibertà – era stato condannato all’ergastolo nei primi due gradi di giudizio.
Secondo i giudici, pertanto, è “pienamente provato” l’apporto di Cavallini – con l’accusa di concorso in strage – nell’attentato di Bologna.
Gilberto Cavallini è, quindi, ritenuto uno dei responsabili della strage di quasi 45 anni fa, insieme a Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, allora membri dei NAR (Nuclei armati rivoluzionari). Di fatto, il “quarto uomo” della banda.
Secondo l’accusa, nei giorni precedenti al 2 agosto, Cavallini ospitò il resto della banda in una casa a Villorba, in provincia di Treviso, dando così quantomeno supporto logistico al gruppo terroristico.
La Procura Generale ha giudicato “del tutto inconcludenti” le critiche mosse nel ricorso della difesa, che facevano leva sulla mancanza della prova della presenza fisica di Cavallini a Bologna, il 2 agosto 1980.
Secondo uno dei legali dei parenti delle vittime, l’avvocato Andrea Speranzoni, “la conferma dell’ergastolo per Cavallini è una grande emozione”.
Un altro imputato per la strage di Bologna, il reggiano Paolo Bellini, è ancora in attesa del terzo grado di giudizio, dopo i due ergastoli inflitti a Bologna nei primi due gradi.