Il caro vita fa frenare i consumi. L’erosione del potere d’acquisto e dei risparmi inizia a incidere sulla spesa delle famiglie che, se non ci saranno inversioni di tendenza, dovrebbe diminuire nel secondo semestre di 3,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi del 2023. È quanto emerge dalle previsioni elaborate dal Centro Europa Ricerche per Confesercenti. Più ombre che luci, insomma, sul carrello della spesa degli italiani: rispetto al 2019 tutti i prodotti sono aumentati e di molto. C’è lo zucchero e l’olio extravergine di oliva che salgono del 78 e del 74%, la farina (+46%), la pasta (+42%). Quale può essere una delle cause? Ovviamente, il caro-carburanti, che ha effetti diretti sull’intera filiera alimentare. Soprattutto sulla verdura, che rincara di almeno il 20%. In un Paese come l’Italia, dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, il differenziale dei prezzi di benzina e gasolio rispetto alla media europea pesa sulla competitività delle imprese e sulla spesa dei consumatori: ad agosto, per un pieno di 50 litri di benzina gli italiani hanno pagato 11 euro in più della media europea. Non solo: a tutto questo si aggiungono le bollette da pagare, che nell’ultimo trimestre dell’anno vedranno rincarare luce e gas rispettivamente del 12 e 9%. Lo fa sapere Nomisma. E allora cosa fanno gli italiani? Almeno in tavola, cercano alternative. In quasi 7 famiglie su 10 – dice Coldiretti – si preparano piatti anti-spreco, recuperando ingredienti che altrimenti andrebbero buttati.