Nel video l’intervista a Massimiliano Modena, Agricoltore Coldiretti San Felice.

I fiumi Secchia e Panaro sono ormai irriconoscibili, sono nettamente al di sotto della soglia che indica lo zero idrico. La mancanza prolungata di precipitazioni sta stravolgendo anche la loro fauna. Messi male anche i campi, ormai allo stremo hanno già perso in media 1/3 delle produzioni, dalla frutta al mais, dal frumento al riso, dal latte alle cozze e alle vongole. L’arrivo della nuova grande ondata di caldo aggrava ulteriormente una situazione che vede gli agricoltori del nostro territorio ormai in ginocchio.

Con l’Italia che è dipendente dall’estero in molte materie prime il rischio è un aumento delle importazioni dall’estero, ma anche un ulteriore aggravio di costi soprattutto per gli allevamenti, che dipendono dai cerali e dai foraggi per l’alimentazione degli animali. Un’impennata che, aggiunta all’aumento della spesa per energia e materie prime, costringe molte aziende a lavorare in una condizione di reddito negativo: più di 1 impresa agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività