È vero che esiste una correlazione tra inquinamento atmosferico e contagio da Covid-19? La risposta della comunità scientifica al momento è no. Uno studio firmato da 70 scienziati ha valutato come non verificata l’affermazione che esista un rapporto diretto tra inquinamento atmosferico da pm10 e il maggior numero di contagi. Ora come ora non esistono studi approvati e condivisi dalla comunità scientifica a riguardo e i dati a disposizione sono al momento pochi e quindi da interpretare con cautela. A frenare l’ipotesi sono gli stessi biologi, oltre che la società italiana di aerosol, che annovera tra i suoi soci circa 150 ricercatori esperti di particolato atmosferico. Tra le 70 firme del documento redatto per fare chiarezza sullo stato della ricerca, si leggono anche quelle di Arpa Emilia-Romagna e dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’intera società scientifica, si legge nel documento, è “unanime nel valutare come parziale e prematura l’affermazione che esista un rapporto diretto tra numero di superamenti dei livelli di soglia di polveri sottili e contagi da covid-19”. Un eventuale effetto dell’inquinamento sul coronavirus, dunque, è “allo stato attuale delle conoscenze un’ipotesi che dovrà essere accuratamente valutata con indagini estese e approfondite”. Appositi studi sono ancora in corso e l’invito degli scienziati è quindi quello di non diffondere, in momenti di difficoltà, informazioni non sufficientemente verificate.
SMOG E COVID? “L’IPOTESI NON E’ STATA VERIFICATA”
Un documento firmato da 70 scienziati, tra i quali anche quelli di Arpa Emilia-Romagna e dell’università di Modena, frena sull’ipotesi che esista una relazione diretta tra inquinamento atmosferico e contagio. Gli studi sono ancora in corso