Nel video l’intervista a Giorgio Romani, Vicepresidente Confindustria Ceramica
Il settore ceramico, fiore all’occhiello del Made in Italy, è tra quelli maggiormente esposti ai contraccolpi diretti di una guerra commerciale. Con un fatturato che dipende per l’85% dall’export con un’alta percentuale di prodotto diretto proprio negli Stati Uniti, i dazi di Trump sono un terremoto che preoccupa. Secondo le ultime rilevazioni, il mercato a stelle e strisce ha rappresentato il 10% delle esportazioni dell’intero settore ceramico, che ha portato a un fatturato di oltre 600 milioni di euro, ora a rischio. Il timore è quello di un’escalation della guerra commerciale, che porterebbe le imprese a pagare un prezzo altissimo. Per questo Confindustria Ceramica auspica che l’Europa eviti le misure dei contro-dazi. Con una produzione stabile ma un fatturato in calo, il settore ceramico chiede all’Europa di fare un passo indietro sugli Ets, la quota sulla CO2 che gli imprenditori definiscono come veri e propri “dazi interni” e di muoversi con prudenza per assorbire i dazi imposti da Trump