Momento di flessione giudicata “fisiologica” per l’industria ceramica italiana. Secondo l’analisi “Top Tiles” che ogni anno valuta e confronta i bilanci delle aziende europee e mondiali del settore, nel 2023 le 185 principali aziende ceramiche italiane hanno, in generale, prodotto un calo del fatturato, conservando però – in molti casi – buoni utili.
Le cause? Soprattutto l’inflazione e gli alti tassi di interesse. Lo conferma lo studio di finanza aziendale Alfredo Ballarini di Sassuolo, che da 37 anni redige la classifica delle imprese del settore ceramico e, da quest’anno, anche dei produttori di sanitari. Secondo gli esperti, dunque, i bilanci del 2023 arrivano da un precedente periodo di forte crescita, per cui ora si è giunti ad un prevedibile movimento ondulatorio e di flessione, tra alti e bassi piuttosto consueti per i produttori di piastrelle e lastre per pavimenti e rivestimenti. In un generale clima di frenata dei profitti per l’intero comparto, in particolare, delle aziende italiane prese in esame, il 72% di esse ha avuto un calo del fatturato, ma il dato negativo è controbilanciato da una statistica positiva: quasi il 79% delle stesse aziende ha tuttavia chiuso il bilancio con un utile, seppure più risicato. Dallo studio Ballarini di Sassuolo giunge, infine, un messaggio di ottimismo: secondo le previsioni, infatti, già dal 2025, arriverà un nuovo impulso positivo per i mercati internazionali e per le esportazioni delle ceramiche emiliane ed italiane.
SETTORE CERAMICO – CALA IL FATTURATO, REGGONO GLI UTILI
Dati contrastanti per il settore della ceramica: dopo un periodo di forte crescita, infatti, si registra una frenata dei fatturati della maggior parte delle aziende italiane del comparto. Ma già dal 2025 è previsto un nuovo impulso positivo. soprattutto per le esportazioni.