La Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio per il tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati, accusato di stalking ai danni di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori al centro ippico dell’Accademia Militare di Modena. L’inchiesta contesta all’ufficiale vessazioni ai sottoposti, costretti ad essere sempre a disposizione o rimproverati senza motivo, oltre ad un atteggiamento sessista, con molestie continue alle soldatesse, commenti sull’aspetto fisico o racconti sulle sue esperienze. Fino anche a punizioni umilianti, come lavare “frequentemente” i genitali dei cavalli. Ad innescare gli accertamenti, erano state le denunce delle vittime e poi anche lo stesso comandante dell’Accademia, generale Davide Scalabrin, che ha raccolto internamente le segnalazioni e ha poi presentato una dettagliata informativa. “Un ringraziamento oggi va alla Procura e a chi ha rotto il muro di omertà. Dopo anni di vessazioni ed umiliazioni i miei assistiti vedono coronata la loro richiesta di giustizia”, così l’avvocato Massimiliano Strampelli, che assiste le vittime, le quali intendono costituirsi parte civile e chiedere un risarcimento per i danni subiti. “Per le inaudite condizioni di lavoro ed abusi molti hanno abbandonato: è un miracolo che non ci siano stati casi di suicidio da burnout” ha aggiunto. L’udienza preliminare è stata fissata davanti al Gup Alessandra Sermarini per il prossimo 11 giugno.