Nel video l’intervista all’ Avv. Giovanna Zanolini, Presidente Associazione Gruppo Donne Giustizia
Incredulità e perplessità, questi i sentimenti più forti scatenati dalle motivazioni della sentenza che lo scorso 9 ottobre ha riconosciuto Salvatore Montefusco responsabile dell’omicidio della moglie e della figlia. La Corte d’Assise ha condannato il 72enne a 30 anni di carcere. Il 13 giugno del 2022 ha impugnato il fucile e ha freddato con numerosi colpi le due donne. La prima ad essere colpita è stata la figlia, Renata di 22 anni, rincorsa in cortile, e uccisa mentre tentava di scavalcare il muretto. Successivamente è tornato in casa per finire la moglie Gabriella Trandafir di 47 anni. Tutto questo sotto gli occhi del figlio maschio, allora minorenne. Un dramma che ha sconvolto il nostro territorio. Lo scorso anno è cominciato il processo e il Centro antiviolenza di Modena ha presidiato tutte le udienze, costituendosi parte civile. Per loro le motivazioni della sentenza rischiano di creare un precedente pericoloso.