Ritardi e treni cancellati anche prima delle 9, fascia oraria garantita, almeno sulla carta. Lo sciopero nazionale del trasporto pubblico colpisce i pendolari, con soppressioni dei convogli partite già dalle 21 di ieri sera. Oggi gli effetti più pesanti di un’agitazione indetta per chiedere politiche anti-inflazione che blocchino i rincari di beni di prima necessità, bollette, affitti e mutui. In Emilia-Romagna i disagi più grandi si sono registrati nelle prime ore della mattina, con treni soppressi a metà corsa o non partiti alla stazione di Bologna. Numerosi i disagi anche nella stazione di Modena, dove nel corso della mattina, uno alla volta sono stati soppressi ben sei convogli. Lo sciopero non riguarda solo il trasporto (comprendente treni, autobus, aerei e autostrade), ma anche scuola e sanità. Fra le richieste: no alla guerra e alle spese militari, sì all’aumento generalizzato dei salari pari all’inflazione e delle spese sociali; no all’abolizione del reddito di cittadinanza e sì al lavoro stabile e sicuro o a un salario garantito a tutti i disoccupati; basta con la strage dei morti sul lavoro. Lo sciopero è stato indetto dalle sigle Adl, Cub, Sgb e Si Cobas